Quante volte abbiamo sentito parlare dei benefici della Dieta Mediterranea, consigliata da nutrizionisti e dottori? Ma quanti di noi saprebbero dire esattamente in cosa consiste? E soprattutto, perché da diversi anni si parla anche della Dieta Mediterranea come modello alimentare sostenibile? Scopriamolo insieme!
Back to basics: cosa vuol dire dieta?
Siamo abituati a pensare che la parola dieta voglia dire “devo dimagrire”, devo privarmi di qualcosa per perdere peso. Ma come ha fatto la parola “dieta” a finire accanto all’aggettivo “mediterranea”? In realtà, il significato originale della parola dieta, dal greco δίαιτα, è “stile di vita”. Non si riferisce quindi a un regime alimentare privativo, ma a un insieme di valori, relazioni, tradizioni e ritmi che guidano il nostro rapporto con il cibo come singoli e come comunità. E noi italiani questo lo sappiamo molto bene.
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Cos’è quindi la Dieta Mediterranea nello specifico?
La Dieta Mediterranea è uno stile di vita legato al cibo, diffuso tra i paesi del bacino del Mediterraneo. Il clima che accomuna l’intera area e la grande disponibilità di ingredienti come cereali, legumi, vegetali e frutta ha permesso di creare una tradizione culinaria che attraversa confini, lingue e religioni.
Gli ingredienti principali della Dieta Mediterranea sono verdure, legumi, cereali, frutta secca e olio d’oliva, ai quali si aggiungono, ma in quantità minori, pesce azzurro, carni bianche, latticini freschi e uova. Il consumo di carni rosse e dolci è previsto in quantità limitate, e proprio questa distribuzione rende la Dieta Mediterranea un modello sano per il nostro corpo e sostenibile per il pianeta.
Per ricordarci facilmente quanto e cosa dovremmo mangiare ogni giorno, la piramide alimentare è un ottimo strumento. Alla base troviamo gli alimenti da consumare quotidianamente in quantità maggiori, mentre in cima ci sono quelli da mangiare solo occasionalmente.
Il valore culturale della Dieta Mediterranea
Non dimentichiamo però il valore culturale della Dieta Mediterranea. La convivialità, la condivisione, la tradizione che passa da una generazione all’altra, le ha valso l’inserimento nella lista dei patrimoni immateriali dell'umanità dell’UNESCO. Oggi, sette comunità hanno il compito di tramandarla e tutelarla: Italia (Cilento), Grecia (Koroni), Spagna (Soria), Marocco (Chefchaouen), Portogallo (Tavira), Cipro (Agros) e Croazia (Brač e Hvar).
Chi ha “scoperto” la Dieta Mediterranea?
La Dieta Mediterranea è parte della nostra civiltà da secoli, quindi “scoprire” non è il termine più corretto. La genialità di Ancel Keys e della moglie Margaret Haney è stata quella di comprendere i vantaggi del regime alimentare del Mediterraneo studiando per oltre quarant’anni il legame tra le abitudini alimentari della popolazione di Pioppi, nel Cilento, e l’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Dati alla mano, Keys condusse uno studio comparativo tra le diete di sette paesi diversi e dimostrò che la Dieta Mediterranea aveva una bassissima incidenza di malattie cardiovascolari.
Perché la dieta mediterranea è un modello sostenibile?
Per capire perché la Dieta Mediterranea è uno dei regimi alimentari più sostenibili, dobbiamo considerare l’impatto dell’industria alimentare sul surriscaldamento globale. Circa il 26% delle emissioni di CO2 e altri gas serra provengono dall’intera industria alimentare, includendo agricoltura, allevamento e altre risorse. Questa percentuale è più del doppio rispetto alle emissioni causate dalle automobili.
Ma dobbiamo necessariamente rinunciare alla carne per proteggere il pianeta? No, ed è proprio qui che la Dieta Mediterranea si dimostra sostenibile. Favorendo il consumo di pesce o carne bianca invece della carne rossa, che viene servita solo in occasioni speciali, e concentrandosi su verdure, legumi, cereali e frutta secca, la Dieta Mediterranea aiuta a ridurre le emissioni di CO2. Seguendo questo modello, potremmo abbassare del 15% le emissioni di CO2 entro il 2050.
La Dieta Mediterranea promuove anche la stagionalità dei prodotti, riducendo le emissioni legate ai trasporti e alle coltivazioni in serre riscaldate, e aiuta a proteggere la biodiversità.

Il ruolo della pasta nella Dieta Mediterranea
Quando parliamo di Dieta Mediterranea in Italia, non possiamo non pensare alla pasta. Non è solo un piatto tradizionale, ma rappresenta anche la base della dieta. La pasta permette di mangiare in modo sostenibile, abbassando le emissioni di gas serra, risparmiando acqua e promuovendo la biodiversità.
Nel nostro menù, ad esempio, troviamo pasta preparata con farine speciali come i grani antichi e il sorgo, o con legumi come i ceci e le lenticchie rosse. Un mondo vario di paste che permette di esplorare tutta la ricchezza della Dieta Mediterranea.
Inoltre, nei nostri sughi e condimenti cerchiamo di privilegiare ingredienti di origine vegetale, come la salsa di pomodoro. Quando le proteine sono di origine animale, preferiamo quelle provenienti da frutta secca, uova o pesce del Mediterraneo. La carne rossa è presente solo in piatti come le tagliatelle al ragù o la carbonara, ma viene sempre consigliato di consumarla con moderazione.
Conclusione
La Dieta Mediterranea non è solo un regime alimentare, ma uno stile di vita che fa bene al nostro corpo, alla nostra mente e al nostro pianeta. È un modo di mangiare che celebra la convivialità, la condivisione e la stagionalità, ed è un modello sostenibile che può aiutarci a ridurre l’impatto ambientale. La pasta, con il suo ruolo centrale, ci aiuta a rispettare questi principi, mentre gustiamo ogni boccone in compagnia.
Fonti
- Dieta Mediterranea: una piramide di salute, Fondazione Umberto Veronesi, 2011
- Dieta Mediterranea, UNESCO, 2010
- Food Production is responsible for one-quarter of the world's greenhouse gas emission, Hanna Ritchie, Our World in Data, 2019
- The diet that helps us fight climate change, Vox, University of California, 2017